Nel genoma di OMP, protagonista mondiale nella progettazione e produzione di pompe acqua e olio, c’è l’Aftermarket e l’azienda si prepara a un ritorno alla grande nel settore

E’ a Funo di Argelato, nel cuore della Motor Valley emiliana, che affonda le radici uno dei protagonisti più rappresentativi del mondo della componentistica automotive: OMP – Officine Mazzocco Pagnoni. Fondata nel 1966 durante il boom economico italiano, l’azienda nasce come produttrice di pompe acqua, piatti freno e ammortizzatori, conquistando fin da subito clienti del calibro di Renault e IVECO grazie a una combinazione vincente di qualità e competitività.
Nel 1988 inizia una collaborazione fondamentale con Ferrari, che segna l’ingresso nella produzione di pompe olio. Gli anni ’90 sono quelli della spinta tecnologica e delle certificazioni ISO, accompagnati da progetti innovativi con brand come DAF e BMW. Il 2007 segna una svolta con lo sviluppo del celebre depressore e l’avvio della produzione della pompa Tandem. Dal 2008, nonostante la crisi, OMP si rafforza ulteriormente diventando
il primo produttore di pompe olio a geometria variabile per applicazioni Heavy Duty. Oggi OMP è leader
mondiale nella progettazione e produzione di pompe acqua e olio, con una produzione annua di circa 3 milioni di pezzi. Alla guida c’è la terza generazione della famiglia Mazzocco: Alessandro Mazzocco dirige la Business Unit Aftermarket, mentre il padre Andrea ricopre il ruolo di Presidente e CEO.
LO STABILIMENTO DOVE REGNA INNOVAZIONE E CULTURA INDUSTRIALE
Alessandro Mazzocco, poco più che trentenne ma con oltre dieci anni di esperienza aziendale alle spalle, ci accoglie con quella cordialità tipicamente emiliana che ben si sposa con una visione imprenditoriale solida
e concreta.
“Il commerciale è stato il mio primo amore”, racconta, “e ancora oggi trascorro 90 giorni all’anno in viaggio per incontrare clienti e toccare con mano il mercato. È fondamentale per restare connessi alla realtà e comprendere cosa funziona e cosa migliorare”. Conosce ogni reparto, ogni volto, e ci guida tra i capannoni dell’azienda, a partire da quello storico dove tutto ebbe inizio. Qui è stata allestita una piccola mostra museale: una raccolta
ordinata di pompe e componenti che raccontano la storia dell’evoluzione della meccanica di precisione italiana, tra marchi storici e innovazioni pionieristiche. OMP oggi si estende su oltre 40mila m2 coperti.
L’ambiente è luminoso, ordinato, automatizzato. Le stesse isole robotizzate servono la produzione OE e Aftermarket, garantendo coerenza e qualità su ogni lotto. “Le nostre linee sono servite da magazzini automatici verticali, tutto è pensato per ottimizzare ogni fase, dal montaggio al controllo qualità”, spiega Mazzocco. Forte di un team di oltre cinquanta persone tra ingegneri e tecnici R&D, OMP investe costantemente in innovazione.
“L’automazione è uno strumento per valorizzare il fattore umano, non per sostituirlo. Vogliamo che le persone qui possano crescere, esprimere il proprio talento e mantenere un sano equilibrio vita-lavoro”.
AFTERMARKET, DNA DI FAMIGLIA
“Mio nonno ha iniziato con i ricambi”, racconta Alessandro, “In un periodo in cui l’industria automobilistica italiana faticava a soddisfare la domanda, lui riusciva a farlo con ricambi di qualità”. Nel tempo, OMP si è evoluta in un solido partner OE per i principali brand truck e passenger car, ma il legame con l’aftermarket non si è mai spezzato. Anzi, oggi l’azienda punta con decisione a riaffermarsi in questo mercato con una Business Unit dedicata.
“Nel 2017, l’Aftermarket pesava 6,5 milioni di euro sul fatturato aziendale. Nel 2024 chiuderemo a poco meno di 13 milioni, circa il 10% dei 130 milioni complessivi», afferma con soddisfazione Mazzocco. E
i margini di crescita sono evidenti:l’attuale produzione Aftermarket è di 250mila pezzi l’anno, ma c’è capacità
per incrementare notevolmente.
La svolta è passata anche da un nuovo approccio logistico. “Abbiamo ridisegnato i flussi in oltre cinque mesi di studio per creare un sistema efficiente e dedicato all’Aftermarket. Eravamo a zero stock, oggi abbiamo 38mila pezzi pronti, con lead time passati da 120 giorni pre-Covid a 42 giorni. Un traguardo, ma non un punto di arrivo”. OMP oggi è presente in due gruppi di acquisto strategici, come ATR e GroupAuto International con trattative in corso per entrare in altre realtà di primo piano.
UN NUOVO POSIZIONAMENTO PER L’AFTERMARKET OMP
In questo percorso evolutivo, il marketing ha un ruolo centrale. È stata chiamata a guidarlo Raffaella Casella, nuova Marketing & Communication Manager, con una solida esperienza alle spalle.
“La necessità era chiara: distinguere la comunicazione tra primo impianto e Aftermarket. Si tratta di due mondi diversi, con target e aspettative differenti”, spiega. “Nel primo impianto il focus è sulla capacità di garantire flessibilità, qualità, certificazioni e affidabilità. Per l’aftermarket, invece, il messaggio deve essere incentrato sul valore del brand e sul servizio. Anche in questo segmento vogliamo posizionarci come marchio premium”.
Da qui è nata la scelta di creare un’identità specifica e autonoma per l’Aftermarket, supportata da un’attenta analisi del mercato e dei competitor. “Ci siamo chiesti dove potessimo distinguerci, e la risposta era già nel nostro DNA: qualità da OE, produzione interamente italiana, know-how ingegneristico e controllo
della filiera”. OMP gioca la sua partita su valori concreti: rigore, competenza, fidelizzazione e longevità. “Le nostre percentuali di reso sono tra le più basse del settore”, sottolinea Casella, “Chi acquista OMP sa che non dovrà preoccuparsi di difetti o malfunzionamenti”.
Il nuovo posizionamento si riflette anche nell’identità visiva: minimalismo, ordine, geometrie, texture essenziali. Il tono è tecnico ma accessibile, sobrio ma distintivo. I key message sono chiari: premiumness, eccellenza, qualità, affidabilità, attualità.
SOSTENIBILITÀ E PROSSIMITÀ AL CLIENTE
L’attenzione alla sostenibilità è un altro pilastro strategico. “Stiamo eliminando completamente il legno dal packaging, utilizziamo solo cartone riciclato, riduciamo la plastica al minimo indispensabile, optando per materiali riciclati anche nei sacchetti VCI. Siamo controcorrente rispetto alla tendenza estetica dell’imballaggio, ma coerenti con la nostra visione a lungo termine”, precisa Mazzocco.
La prossimità al cliente passa anche attraverso le officine. “La distribuzione resta in capo a distributori e ricambisti, ma è fondamentale accrescere la visibilità del marchio presso chi monta i nostri prodotti. Corsi, visite in stabilimento e formazione tecnica sono leve su cui intendiamo investire”.
COMPONENTISTICA DA RECORD
Tra i vari palmares di OMP, l’ultimo in ordine di tempo è rappresentato dalla produzione del milionesimo esemplare di Flow Variable Oil Pump per il cliente DAF Trucks NV, con cui l’azienda bolognese vanta una lunga e fedele collaborazione. Questo prestigioso traguardo ha visto in linea un “operatore” eccezionale, il presidente di
OMP, Andrea Mazzocco, che ha assemblato personalmente il pezzo. Un gesto sentito per “onorare le maestranze, le mani e la passione presenti dietro ogni singolo componente che consegniamo”, ha sottolineato il presidente, “perché alcuni traguardi sono molto più che numeri: sono una celebrazione della fiducia, del lavoro di squadra e della crescita condivisa”. Questo componente, che dalla fine del 2016 ha riscosso un enorme successo nel mercato dei truck HD, ha svolto un ruolo fondamentale nel supportare i clienti OMP a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di emissione di CO2 e lo stesso sviluppo della Oil Pump Variabile è stato realizzato in stretta conformità con le regole della sostenibilità, utilizzando materiali riciclabili per ridurre le emissioni di rifiuti. “Ecco il motivo per cui questa pompa è molto più di semplice ingegneria, ma rappresenta l’incredibile valore di una partnership costruita nel tempo, con dedizione e rispetto reciproco e noi di OMP non potremmo essere più orgogliosi delle sue prestazioni. È stato un viaggio incredibile e da parte nostra va un grazie enorme a DAF Trucks NV per aver creduto con noi”, ha concluso Mazzocco.
a cura di Francesco Oriolo
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