BOTTA E RISPOSTA CON MICHELE MASTAGNI

A mettere in guardia da facili entusiasmi in merito alla crescita del mercato dei rimorchi e dei semirimorchi è Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo…

A mettere in guardia da facili entusiasmi in merito alla crescita del mercato dei rimorchi e dei semirimorchi è Michele Mastagni, coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae, il quale negli scorsi mesi aveva dichiarato :

“Permangono le preoccupazioni del nostro comparto. A livello nazionale ed europeo il segmento dei veicoli trainati continua a essere trascurato nonostante il suo ruolo essenziale nella logistica e nel trasporto merci. Ne sono una chiara dimostrazione le ultime decisioni del Governo, che non prevedono interventi concreti per affrontarne le criticità, e il recente Piano d’azione automotive della Commissione Europea che ignora del tutto la necessità di una flessibilità normativa anche per i target emissivi di veicoli pesanti e rimorchi. La previsione di stringenti obiettivi di decarbonizzazione anche per i veicoli trainati a partire dal 2030 potrebbe tradursi in sanzioni onerose per le Case costruttrici. Pur condivisibili nei principi, tali obblighi rischiano di creare ulteriori difficoltà se non accompagnati da un adeguato piano di supporto”.

“L’assenza di incentivi per la sostituzione del parco mezzi e di politiche che favoriscano il graduale passaggio a veicoli più efficienti – prosegue Mastagni – rende questi obiettivi difficilmente raggiungibili, con possibili impatti negativi sulla competitività delle imprese”.

Abbiamo posto alcune domande dirette a Mastagni

Ha sottolineato la necessità di stanziare almeno 70 milioni di euro per il rinnovo del parco veicoli trainati. Cosa cambierebbe con questo intervento?

“Gli incentivi sono essenziali per svecchiare un parco veicoli con un’età media di oltre 17 anni. Un piano pluriennale permetterebbe di migliorare sicurezza, sostenibilità e competitività: anche se il cumulato gennaio-febbraio 2025 indica un +1,4% senza un intervento strutturale il settore rischia di restare in una fase di stallo”.

Un parco circolante obsoleto che impatto ha sulla sicurezza?

“Certamente il problema non è solo economico: viaggiare con mezzi datati incide direttamente sulla sicurezza stradale. I veicoli più vecchi non sono dotati delle tecnologie più avanzate per la stabilità e la frenata, aumentando il rischio di incidenti soprattutto in condizioni meteo avverse o su percorsi impegnativi. Inoltre, i sistemi di aggancio e di gestione del carico dei rimorchi di vecchia generazione sono meno efficienti, con un impatto negativo sulla sicurezza del trasporto. Per ridurre questi rischi è fondamentale incentivare l’acquisto di mezzi nuovi, dotati di sistemi di frenata automatica, controllo della stabilità e tecnologie di assistenza alla guida.
Solo attraverso un piano strutturato di rinnovo, sostenuto da incentivi adeguati, sarà possibile migliorare la sicurezza sulle strade e garantire un trasporto più efficiente e sostenibile”.

Lei ha anche sottolineato la necessità di modificare il Codice della Strada per permettere la circolazione di autoarticolati fino a 18,75 metri. Quali sarebbero i vantaggi pratici?

“Veicoli più lunghi ridurrebbero il numero di mezzi necessari abbattendo traffico, costi ed emissioni. Inoltre, i nuovi modelli offrono maggiore sicurezza. Dal 2021 al 2024 sono emerse tecnologie più efficienti, ma senza aggiornamenti normativi non possiamo sfruttarle pienamente”.

Il mercato dei camion è cresciuto, mentre quello dei rimorchi continua a calare: non è una contraddizione? E perché questa disparità?

“Le aziende hanno investito nei trattori e nelle motrici per adeguarsi alle normative sulle emissioni, ma senza un rinnovo parallelo dei rimorchi è evidente che l’efficienza complessiva ne risente”.

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a cura di Redazione