Nuova stretta sul Brennero: a rischio oltre 30 miliardi di PIL

La FIAP ribadisce la strategicità dei valichi alpini per la competitività del Paese e auspica che il tavolo tecnico di settembre adotti soluzioni lungimiranti, oltre i rimedi tampone

La FIAP – Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali accoglie con interesse e attenzione l’esito del recente colloquio a Palazzo Chigi tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Cancelliere austriaco Christian Stocker, nel quale è tornata d’attualità la gestione dei transiti al Brennero. L’incontro – salutato da entrambe le parti come un passo di cooperazione – ha rimesso sul tavolo l’idea di un sistema telematico per regolare il flusso dei veicoli industriali lungo l’asse alpino, ipotesi che l’Austria definisce “soluzione pragmatica”, mentre l’Italia si è impegnata a valutarne la praticabilità in un tavolo tecnico previsto per il prossimo settembre.

«Occorre però chiarire che la questione Brennero, così come l’intero tema dei valichi alpini, travalica la dimensione del traffico pesante: riguarda la competitività del sistema Paese», commenta Alessandro Peron, Segretario Generale FIAP. «Parliamo di un corridoio che sostiene le filiere manifatturiere e agroalimentari più dinamiche d’Europa: limitarne la fluidità equivale a porre un freno alla crescita italiana».

Gli studi condotti da Uniontrasporti Unioncamere quantificano in 550 miliardi di euro l’interscambio che ogni anno varca l’arco alpino su gomma e ferro. Di questa ricchezza, circa il 29 % – pari a 160 miliardi di euro – transita dal solo Brennero. Secondo le proiezioni di FIAP, misure che ne riducessero la capacità rischiano di erodere fino al 20 % dell’interscambio complessivo e di mettere a repentaglio oltre 30 miliardi di PIL sul tratto italo austriaco.

Peron sottolinea come l’attuale infrastrutturazione – due corsie stradali in direzione nord e sud e un collegamento ferroviario che non può ancora assorbire significative quote addizionali di traffico – sia già prossima al limite di saturazione, con ripercussioni quotidiane sui tempi di consegna e sui costi logistici. «Prima di introdurre nuovi vincoli – afferma Peron – serve una visione di corridoio che integri strade, rotaie, aree di sosta e dogane lungo tutto l’arco alpino, e un calendario certo per l’ampliamento delle infrastrutture già programmate».

FIAP auspica quindi che l’annunciato confronto tecnico programmato per il prossimo mese di settembre, non si concentri esclusivamente sui contrasti legati ai meccanismi di contingentamento, ma che sia l’avvio di un percorso condiviso tra Italia, Austria e Germania per rimuovere i divieti unilaterali, accelerare i cantieri ferroviari, potenziare l’Autobrennero in tratti strategici e definire incentivi che compensino i costi di congestione sostenuti dalle imprese esportatrici.

«Il tempo delle misure tampone è scaduto», conclude Peron. «L’arco alpino non è una barriera da amministrare, ma un ponte indispensabile per l’economia italiana ed europea. È su quella prospettiva che il Governo può contare sin d’ora sul pieno sostegno della FIAP».

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a cura di Redazione