Con la terza riunione del Dialogo strategico UE si è fatto qualche timido avanzamento in termini di aperture alle richieste dei rappresentanti dell’industria automotive…

Con la terza riunione del Dialogo strategico UE si è fatto qualche timido avanzamento in termini di aperture alle richieste dei rappresentanti dell’industria automotive europea e di effettiva discussione dei temi prioritari più volte evidenziati dagli stakeholders.
“Condividiamo la necessità di lavorare sulle tecnologie del veicolo a guida autonoma e del software defined vehicle e apprezziamo l’iniziativa del memorandum d’intesa con le parti interessate per accelerare la ricerca e l’innovazione, ma occorre focalizzarsi sulle priorità”, ha commentato ANFIA
ANFIA, in nome dell’industria automotive europea, si impegna a condividere con la Commissione UE, entro fine anno, delle proposte specifiche e concrete:
- per rivedere i target di riduzione delle emissioni di CO2 a partire dal triennio 2025- 2027 e per il 2030 e 2035, con tre corsie separate per auto, veicoli commerciali leggeri e veicoli industriali – per questi ultimi sono da definire nuovi target rispetto agli attuali, che sono irraggiungibili e di cui si parla troppo poco;
- per riacquisire una sovranità tecnologica libera da dipendenze – e questo passa necessariamente dall’innovazione – e per creare un argine regolamentare alla pressione derivante dalla disparità competitiva dell’industria europea rispetto ai competitor asiatici – siamo l’unica regione al mondo a non aver messo in campo una strategia difensiva in questo senso e dobbiamo valorizzare il made in UE di veicoli e componenti, prevedendo anche una regolamentazione sul local content.
“Crediamo necessario avanzare proposte concrete per la revisione dei target di CO2 – ha dichiarato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – anzitutto per il triennio 2025- 2027, per il quale vanno ridefiniti i target per gli LCV; per mantenere gli attuali utility factor dei veicoli plug-in; rivedendo, innalzandoli, i limiti previsti al 2030 ipotizzando un loro innalzamento a 75-80 g/km di CO2 e infine, per il 2035, prevedendo fin d’ora un’estensione fino a 5 anni del tempo per adeguarsi ai target e una quota fino al 25% di veicoli non BEV, monitorando ogni biennio i progressi sul campo come previsto dal regolamento attuale”.
Necessario infine, un piano serio di decarbonizzazione del parco circolante dei 250 milioni di auto con età media di oltre 12 anni e con valori emissivi che possono essere largamente ridotti già oggi senza attendere il 2035
a cura di Redazione
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