Il CONTROLLO è nulla se il parco è OBSOLETO

Le nuove tecnologie di monitoraggio e l’Internet of Things (IoT) permettono una comunicazione continua e integrata tra trattori e semirimorchi. Ma cosa succede se il parco veicoli è troppo obsoleto per sfruttare queste innovazioni?

La tecnologia IoT ed i dispositivi di monitoraggio del veicolo forniscono in tempo reale i dati sullo stato di utilizzo del mezzo e segnalano allarmi relativi alla pressione dei pneumatici, allo stile di guida e alle scadenze delle manutenzioni. Molte segnalazioni vengono però ignorate per mancanza di competenze. Si tratta quindi di aumentare le competenze tecniche degli addetti.

L’INNOVAZIONE RICHIEDE COMPETENZA

Senza le competenze adeguate, il personale non è in grado di ottimizzare i tempi di fermo (downtime) portando a un aumento delle attività di manutenzione reattiva, cioè quando il camion è ormai guasto. L’integrazione della tecnologia IoT, quindi, non è solo una questione di innovazione ma richiede anche un investimento nella formazione del personale per sfruttare appieno le potenzialità offerte da queste soluzioni avanzate. La manutenzione predittiva è diventata una parola d’ordine dell’industria in questi ultimi anni in cui le flotte di trasporto cercano di ridurre il TCO (Total Cost of Ownership) dei loro beni strumentali, prevenendo guasti e tempi di fermo con la modalità “just-in-time”. Per attuare una manutenzione predittiva efficace sono necessari tre elementi chiave: dati, tempo e analisi. I dati forniti dai dispositivi di monitoraggio permettono di anticipare i guasti, analizzando lo stato dei componenti e la loro usura. Grazie a piattaforme telematiche avanzate è possibile monitorare in tempo reale la flotta, prendendo decisioni rapide e ottimizzando i percorsi e i consumi. I dati sono
un importante alleato per anticipare i tempi e aumentare l’affidabilità del mezzo, perché è necessaria una conoscenza

IL MONITORAGGIO DEI PNEUMATICI

La manutenzione predittiva riguarda anche i pneumatici, che sono il primo punto di contatto tra il veicolo e l’asfalto. Ormai da anni i maggiori produttori di pneumatici hanno messo in commercio dispositivi che permettono di monitorare lo stato del pneumatico attraverso l’inserimento d’identificazione di chip a radiofrequenza (RFID) che consentono una migliore gestione dei pneumatici dalla fabbrica alla fine del ciclo di vita grazie proprio alla capacità di offrire servizi di manutenzione predittiva.
Ad esempio, la tecnologia RFID consentirà ai sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) come l’ESP
di adattarsi alle caratteristiche specifiche del pneumatico grazie all’abbinamento tra esso e il veicolo. L’identificazione del pneumatico tramite il chip RFID garantisce la trasmissione della dimensione corretta del pneumatico stesso al sistema informatico di bordo ma anche al sistema di gestione della flotta. I dati del pneumatico vengono visualizzati direttamente sullo schermo del lettore RFID e non devono essere controllati a mano, risparmiando tempo, e grazie all’utilizzo degli algoritmi forniti dal produttore sui consumi del battistrada è possibile pianificare gli interventi di sostituzione oppure l’inversione.

PNEUMATICI E VETUSTÀ DEI SEMIRIMORCHI

Il 1° luglio 2024 è entrato in vigore l’obbligo del sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici (TPMS) per tutti i camion, autobus e rimorchi pesanti di nuova immatricolazione nell’Unione Europea.
Tuttavia, se esaminiamo il parco circolante italiano, risulta evidente che molti semirimorchi sono troppo vecchi per integrare correttamente queste tecnologie. Semirimorchi con più di 12 anni, ad esempio, non possono usufruire di sistemi come l’ESP o del monitoraggio TPMS integrato nella centralina EBS, perché non sono progettati per supportarli.

Emerge quindi l’incongruenza della tecnologia con l’anzianità del parco. L’integrazione delle tecnologie IoT nei veicoli industriali offre enormi opportunità per migliorare l’efficienza e la sicurezza, ma solo se camion e  semirimorchi sono equipaggiati con la stessa tecnologia avanzata.
Un parco veicoli obsoleto non può però beneficiare pienamente delle potenzialità offerte dall’innovazione.
L’integrazione delle connessioni sui veicoli industriali rappresenta quindi un’opportunità significativa per migliorare l’efficienza operativa e la sicurezza delle flotte, che insieme all’implementazione di strategie di manutenzione predittiva possono portare a una riduzione dei costi e a un aumento della produttività.

IMPORTANTE MONITORARE LA PRESSIONE PNEUMATICI NEI TRAINATI

“Un sistema di monitoraggio e regolazione della pressione dei pneumatici non è più un’opzione, ma una necessità per la sicurezza stradale e la sostenibilità”, afferma Cristiano Sturaro, Direttore Generale di SAF-Holland Italia. Le normative europee hanno introdotto l’obbligatorietà per i veicoli di nuova immatricolazione di essere dotati di sistemi per il monitoraggio della pressione dei pneumatici TPMS (Tyre Pressure Monitoring System) oppure di sistemi per il monitoraggio e regolazione della pressione dei pneumatici TPRS (Tyre Pressure Regulating System), permettendo di ridurre incidenti e costi operativi.

Perché un sistema TPMS o TPRS per rimorchi e semirimorchi

“L’85% dei guasti ai pneumatici è causato da una pressione inadeguata. Un sistema TPMS come Haldex TPMS 2.0 o un sistema TPRS come SAF Tire Pilot I.Q. non solo previene forature, ma ottimizza i consumi di carburante e prolunga la vita dei pneumatici”, illustra Sturaro. Con le nuove normative europee, dal 2024 i nuovi veicoli trainati dovranno essere equipaggiati con questi sistemi.

Tecnologia avanzata per flotte più efficienti

Due soluzioni innovative sono il TPMS Haldex 2.0 e il SAF Tire Pilot I.Q. “Il primo monitora pressione e temperatura di ogni pneumatico in tempo reale, segnalando anomalie all’autista – spiega Sturaro – Il secondo, oltre a segnalare perdite di pressione, le corregge automaticamente, mantenendo i pneumatici sempre alla pressione ottimale”. Il risultato? Minori consumi di carburante, minori costi di manutenzione e un impatto ambientale ridotto.

Benefici concreti per trasportatori e ambiente

“Un veicolo con pneumatici alla giusta pressione consuma meno e produce meno emissioni di CO2. Si calcola un risparmio fino a 1.180 euro l’anno per 100.000 chilometri percorsi – conclude Sturaro – Investire in questi sistemi significa scegliere sicurezza, efficienza e sostenibilità”.

di Giuseppe Perrotta

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a cura di Redazione