Un gruppo di giovani ingegneri, un centro tecnico nato per innovare e una missione chiara: portare intelligenza, controllo e precisione nei sistemi di sospensione di tutto il mondo. Il Gruppo italo-cinese Cijan-Way Assauto ha destinato a Torino la sua testa internazionale, dove progetta il futuro della mobilità mondiale

Nel cuore della città di Torino, dove da sempre si respirano ingegneria e metallo, nel 2019 prende forma l’Innovation Center del Gruppo Way Assauto, nato dalla fusione tra la storica azienda italiana Way Assauto e la cinese Cijan Group, che decide di fare crescere il proprio polo di sviluppo tecnico per l’Europa. Un vero e proprio centro operativo autonomo dove le idee vengono modellate, i prototipi testati e i prodotti finalizzati. “Volevamo un team snello con le competenze per sviluppare tecnologie complesse e la visione per proporne di nuove”, racconta Fabio Cotto, R&D Director. Insieme a lui Luca Bistolfi, Innovation Chief Engineer, e Pierluigi Tassi, Product & Project Manager, guidano un gruppo di una decina di ingegneri con specializzazioni diverse e una passione comune: l’innovazione applicata.
UNA SQUADRA SPECIALIZZATA E FLESSIBILE CON IL FOCUS SULLE SOSPENSIONI INTELLIGENTI
Il team di Way Assauto ci accoglie all’interno degli uffici di Corso Unione Sovietica, alle porte di Mirafiori. L’età media è trent’anni, la formazione solida: meccanica, veicoli e sistemi. I ruoli ci sono, ma non si vive di compiti standard e quotidiani. “Facciamo tutti un po’ di tutto – ci spiega Cotto – Il lavoro ci porta dalla simulazione al banco prova, dalla scrivania al cofano. Non siamo mai statici”. La collaborazione è il perno del metodo: nessuna compartimentazione, massima contaminazione. “Sviluppiamo, testiamo, analizziamo e dialoghiamo con i clienti – sottolinea Bistolfi – e ci confrontiamo continuamente: le soluzioni migliori nascono così”. Nel tempo, l’Innovation Center è diventato un riferimento per tutto il Gruppo, soprattutto per la parte europea della clientela. La sintetizza bene l’R&D Director, Cotto: “Torino è la testa del sistema, la Cina è il polo produttivo. E per funzionare bene devono pensare insieme”. Il focus principale in ufficio è lo sviluppo di sistemi di sospensione elettronici, semiattivi e attivi, capaci di adattarsi in tempo reale al terreno, al carico, alla dinamica del veicolo. “Un ammortizzatore tradizionale può solo frenare il movimento – ci raccontano – mentre noi lavoriamo su sistemi in grado di generare forza anche in assenza di movimento. È una svolta: possiamo alleggerire l’impatto, aumentare il comfort, migliorare la stabilità”. La tecnologia sviluppata a Torino sfrutta sensori, logiche di controllo personalizzate e software proprietari, applicati sia su veicoli leggeri che su mezzi pesanti, cabine, rimorchi e motrici. Per esempio, sulle cabine dei camion un sistema attivo permette all’autista di viaggiare più comodo, riducendo affaticamento e rischi. Way Assauto ha già realizzato soluzioni dedicate per il segmento commerciale pesante, sviluppando prototipi su richiesta dei costruttori come nel caso di Dongfeng, uno dei più grandi produttori cinesi di camion.
SEMIRIMORCHI, VEICOLI PESANTI E KNOW HOW ITALIANO
Nel settore della logistica e dei trasporti, il lavoro dell’Innovation Center tocca applicazioni concrete. Dai rimorchi agricoli ai portacontainer allungabili, passando per telonati e mezzi speciali. “Abbiamo sviluppato smorzatori di sterzo e sospensioni secondarie su richiesta – spiega Tassi – in base alle esigenze di stabilità e durata. Non si tratta solo di produrre un pezzo. Ogni cliente ha un telaio, un carico, un obiettivo diverso. Serve studiare la dinamica, scegliere i materiali giusti, testare la risposta”. Anche le applicazioni ferroviarie sono una parte crescente dell’attività. “Abbiamo progettato antiserpeggio per carrelli ferroviari con doppia taratura – ci spiegano – rigida in marcia, morbida in manovra. Un lavoro di precisione, ma anche di adattamento meccanico”. E poi ci sono le richieste più complesse: applicazioni antisismiche per l’edilizia storica, dove servono soluzioni in grado di dissipare energia e salvaguardare strutture che non possono essere modificate in modo invasivo. “In quel caso – racconta Cotto – sviluppiamo ammortizzatori su misura, testiamo le risposte e assistiamo all’installazione con il cliente”.
UN GIORNO ALL’INNOVATION CENTER: TECNOLOGIA, RIGORE E LIBERTÀ
Il lavoro quotidiano è tutto tranne che routinario. “Ci dividiamo tra progettazione, collaudi, revisioni, documentazione, ma il tratto comune è che nulla è mai identico al giorno prima”. L’approccio è quindi rigoroso, ma anche libero. “Sappiamo cosa dobbiamo fare, ma non sempre sappiamo come farlo”, dice Luca, che aggiunge: “È questo che rende il lavoro stimolante: ogni giorno impari qualcosa”. L’uso dell’intelligenza artificiale è mirato. “Non affidiamo lo sviluppo all’AI – precisa Cotto – ma la usiamo per automatizzare task, generare codici, preparare ambienti di simulazione. È un supporto, non un sostituto”. La relazione con la Cina è quotidiana: scambio di dati, confronto sulle specifiche, sinergia progettuale. Il ruolo operativo dell’Innovation Center è l’integrazione tra le fasi. Si parte dall’esigenza del cliente, spesso raccolta dal team commerciale. Da lì si sviluppa la parte teorica: simulazioni dinamiche, progettazione CAD, scelta dei materiali. Seguono prototipazione, test al banco e installazione sul veicolo reale. La parte forse più affascinante è il tuning dinamico. “Testiamo su strada, regoliamo curva dopo curva – racconta Tassi – È come un lavoro di sartoria tecnica. Abbiamo anche un furgone attrezzato che ci permette di fare tutto in loco: diagnosi, modifiche, misurazioni”. E non finisce qui: anche dopo la consegna il team segue il post vendita, gestisce la qualità, verifica ogni anomalia. “Torino è il nostro centro di reazione rapida – sottolineano in coro – Siamo vicini ai clienti europei, abbiamo i mezzi per intervenire subito”.
L’ITER DI UN BREVETTO: DALL’IDEA AL RICONOSCIMENTO
Uno dei tratti distintivi del lavoro all’Innovation Center è la capacità di brevettare le proprie soluzioni. Non semplicemente prodotti, ma strategie di controllo, layout meccanici e sistemi ibridi. “Alcuni brevetti nascono da un’intuizione durante un test – spiega Cotto – altri da una necessità posta da un cliente. Ci mettiamo lì, lavoriamo e scopriamo che quella soluzione è nuova, e quindi brevettabile”. Il processo parte sempre internamente: gli ingegneri scrivono il testo tecnico, definiscono le caratteristiche innovative e lo trasmettono all’ufficio legale per la parte formale. Molti di questi brevetti sono nati negli ultimi anni e riguardano sistemi di controllo, algoritmi predittivi, dispositivi a variazione continua. Alcuni sono già implementati su veicoli, altri sono in fase di validazione.
COSA LI SPINGE A TORNARE IN UFFICIO OGNI GIORNO
“Migliorare, sempre. Anche solo un dettaglio”, dice Fabio. “La passione… vedere che qualcosa che hai pensato tu adesso funziona”, aggiunge Pierluigi. “Il gruppo. Lavoriamo con serietà, ma anche con leggerezza. E questo fa la differenza”, chiude Luca. Ecco, forse è proprio questo il segreto dell’Innovation Center: tecnologia, metodo e persone. In un mondo che si muove veloce loro sono lì, a progettare il movimento.
di Alessandro Nicolucci

a cura di Redazione
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