Stress da lavoro e sicurezza stradale per 9 autisti su 10 in Italia

Lo stress da lavoro correlato rappresenta un rischio crescente per la sicurezza alla guida, soprattutto nel settore del trasporto commerciale. A confermarlo è l’indagine…

Lo stress da lavoro correlato rappresenta un rischio crescente per la sicurezza alla guida, soprattutto nel settore del trasporto commerciale. A confermarlo è l’indagine paneuropea “The Unseen Toll: Driver Stress and Road Safety” (“Il pedaggio invisibile: stress dei conducenti e sicurezza stradale”), condotta da Geotab, leader globale nelle soluzioni per veicoli connessi, e presentata al Geotab Day 2025. Secondo lo studio, oltre 9 conducenti di veicoli commerciali su 10 ritengono che lo stress lavorativo abbia un impatto negativo sulla guida. In Italia la percentuale è ancora più alta della media europea: 94% contro 91%.

Incidenti in aumento negli ultimi cinque anni
Nel mese di aprile 2025, Geotab — in collaborazione con Opinion Matters — ha intervistato 3.501 autisti in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. I risultati parlano chiaro: il 95% dei partecipanti percepisce un aumento del rischio di incidenti negli ultimi cinque anni, con un 61% che giudica questa crescita “significativa”.

Italia: il primato negativo della distrazione al volante
Analizzando i dati per nazione, l’Italia si distingue per alcune criticità particolarmente evidenti: il 59% degli intervistati segnala la distrazione da cellulare come problema principale (media UE: 42%, mentre il 39% cita l’eccessiva velocità di altri veicoli e il 37% lamenta una guida scorretta generale, in ultimo il 35% indica comportamenti rischiosi da parte di biciclette e monopattini, come il mancato rispetto dei semafori. Anche la qualità delle infrastrutture gioca un ruolo importante: il 70% dei conducenti italiani teme che una buca o un terreno sconnesso possa causare incidenti o infortuni (contro il 64% della media europea).

Stress e salute mentale: un problema ancora sottovalutato
Gli autotrasportatori italiani dimostrano una consapevolezza superiore alla media europea sul legame tra stress, salute mentale e sicurezza stradale (80% contro 70%). Tuttavia, il 44% dichiara di ricevere scarso o nessun supporto dalle proprie aziende su queste tematiche. Nonostante ciò, solo il 34% ha pensato seriamente di lasciare il lavoro nell’ultimo anno.

Tecnologia: i conducenti italiani sono pronti al cambiamento
L’indagine evidenzia un dato positivo: in Italia quasi 8 autisti su 10 (77%) sono favorevoli all’introduzione di tecnologie avanzate, come gli ADAS  per migliorare la sicurezza e le prestazioni di guida, superando la media europea del 69%. Questo dato sottolinea l’importanza di investire non solo nella gestione dello stress, ma anche nella telematica e nell’intelligenza artificiale per prevenire incidenti e ottimizzare l’efficienza operativa.

Pressioni lavorative e limiti di velocità
La pressione per rispettare le scadenze spinge molti conducenti a comportamenti rischiosi. A livello europeo, il 50% degli intervistati ammette di superare regolarmente i limiti di velocità per completare le consegne. In Italia la situazione è leggermente migliore, con il 39% dei conducenti che riconosce questa abitudine, contro picchi più alti in Irlanda (64%), Paesi Bassi (62%) e Germania (59%). Inoltre, il 64% dei conducenti europei considera il traffico e i lavori stradali come le principali cause di ritardi. In Spagna questa percentuale sale al 78%, mentre l’Italia si mantiene in linea con la media continentale.

Supporto aziendale insufficiente e carenza di autisti. 
Un altro dato critico riguarda il supporto psicologico e organizzativo: il 55% dei conducenti europei (45% in Italia) non si sente a proprio agio nel chiedere aiuto all’azienda per problemi di stress o salute mentale e il Il 37% ritiene che il proprio datore di lavoro offra un livello di supporto basso o nullo, con picchi negativi in Spagna (50%) e Francia (48%). Questa situazione porta a conseguenze tangibili: quasi la metà degli autisti (47%) ha pensato di lasciare il lavoro negli ultimi 12 mesi. In Irlanda il dato raggiunge il 66%, nei Paesi Bassi il 58%. Il tutto in un contesto già difficile per il settore: in Europa mancano oltre 200.000 autisti, e secondo McKinsey la carenza potrebbe raggiungere quota 745.000 entro il 2028.

La tecnologia come leva strategica per la sicurezza
Affrontare queste sfide è fondamentale sia per la sicurezza che per l’efficienza operativa. Programmi di sicurezza strutturati, supportati da dati telematici e modelli di IA, permettono interventi proattivi per: individuare rischi e comportamenti pericolosi; promuovere una cultura della guida sicura; monitorare indicatori di benessere dei conducenti; ridurre incidenti, costi assicurativi e tempi di fermo dei veicoli. Gli autisti italiani si dimostrano pronti ad adottare queste soluzioni, offrendo al settore una chiara direzione: integrare la tecnologia per migliorare sicurezza, produttività e benessere.

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a cura di Francesco Oriolo